E voi, conoscete la vera storia del pallone?

E voi, conoscete la vera storia del pallone?

Tutti conoscono il pallone, quell’oggetto di forma sferica che ancora oggi, a distanza di migliaia di anni da quando è comparso sulla terra, continua ad appassionare adulti e bambini. Basta avere una palla per divertirsi: al mare, al parco, in montagna, persino dentro casa. Il pallone è una di quelle cose che continua a essere comprata in tutto il mondo: è economico, divertente e permette di unire le persone tramite un semplice e facile gioco. Ma siete sicuri di conoscere la sua storia?

Il pallone nel mondo antico

Il pallone ha origine antiche, molto più di quello che pensate. Il primo è comparso nell’Antico Egitto, quando alcune persone pensarono che fosse divertente avere un oggetto sferico da prendere a calci per un po’ di tempo. Così presero un po’ di paglia, la avvolsero in una tela, e iniziarono a passarsi questo primo pallone molto artigianale tra loro, divertendosi come matti. Ed è stato allora che anche le altre culture hanno iniziato a fare la stessa cosa degli egiziani: dai romani ai greci, passando per i normanni, tutti avevano la loro palla. E così iniziarono a nascere anche i giochi legati al suo uso.

Per anni i palloni non sono stati come li conosciamo noi oggi: non avevano le note camere d’aria che oggi ci permettono di farlo librare in aria quando lo prendiamo a calci o lo lanciamo con le mani. Ancora ai tempi di Shakespeare, pensate, erano panni imbottiti di crine. Nulla di ciò che vediamo oggi quando andiamo nei negozi di giocattoli o al supermercato. Ma è stato in Connecticut, negli Stati Uniti, che un uomo un giorno creò la mitica camera d’aria. Avevano però un difetto: non potevano essere ancora colpiti con la testa perché decisamente troppo duri. E dato che le persone volevano solo divertirsi e non spaccarsi la testa, non era la soluzione ideale.

La soluzione? È arrivata dall’Argentina

Fu in Argentina che il pallone divenne quell’oggetto che tutti conosciamo oggi. Nel 1930, ancora non si poteva colpire di testa. Durante una partita, il calciatore Luis Romano Polo si mangiò un gol per non colpire la palla con la testa e spaccarsi la fronte. Ci rimase così male che si chiuse in casa per diverso tempo con i suoi due amici di sempre, Antonio Tossolini e Juan Valbuena, per trovare un modo per ammorbidire quella palla. Ci riuscirono. E nacque il primo pallone senza cuciture con una camera a valvola gonfiata per iniezione. Il mondo ringrazia.

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